Pasqua e caro-trasporti: tutte le contraddizioni di un Paese in crisi

Oltre 600 euro per un volo da Milano a Brindisi. Fino a 360 euro per un solo viaggio in treno da Torino a Reggio Calabria. E non è un caso isolato. Siamo in Italia, dove ogni festività è l’occasione perfetta per dare un bello slancio ai prezzi e per dimostrare, ancora una volta, che il bene collettivo è un concetto tanto vago quanto sconcertante. La Pasqua 2025 è alle porte, e con essa è tornato il ritornello dei rincari che fa storcere il naso e svuotare il portafoglio.
Secondo l’analisi di Assoutenti, il caro-trasporti non ha risparmiato nessuno: aerei fino a +470% rispetto ai giorni non festivi, treni che costano più di un biglietto per New York e prezzi che rendono l’idea di un’Italia non solo costosa, ma paradossalmente anche poco accogliente. Le festività pasquali dovrebbero essere un momento di gioia, ma qui il solo pensiero di viaggiare sembra costringere a un esame di coscienza economica.
In un contesto in cui un volo da Milano a Brindisi supera i 600 euro, i passeggeri si chiedono: “Ma chi ci sarà mai a bordo di questi aerei, il Papa in persona?” Quanto costa davvero il trasporto in Italia, quando la realtà di ogni tanto riempie le tasche di chi gestisce i trasporti a scapito di chi desidera semplicemente tornare a casa o concedersi una meritatissima vacanza pasquale? Le compagnie aeree e ferroviarie sembrano seguirci nel nostro cammino verso la fede: a ogni Pasqua, i prezzi lievitano come il pane nella tradizione. La sacralità dell’aumento dei prezzi è diventata un dogma.

Rincari choc: chi ci guadagna?

Il report di Assoutenti non è solo un grido disperato, è una denuncia serrata di un meccanismo che pare essersi autoalimentato nel corso degli anni. “I biglietti dei treni e degli aerei non dovrebbero essere un lusso, ma una necessità”, affermano i rappresentanti dell’associazione. Ma nel nostro bel Paese, dove l’eccezione diventa regola, sembra che il viaggio si trasformi in un esame di pazienza e resistenza economica.

Che dire poi dei colori della nostra bandiera, che si dovrebbero riflettere nel sistema dei trasporti? Oggi sembrano più un miraggio che una realtà. Il sogno di spostarsi liberamente da nord a sud, di tornare a casa o di scoprire nuove mete, viene soffocato da tariffe che gridano vendetta. Facciamo un esempio pratico: il solo pensiero di un biglietto da Torino a Reggio Calabria a 360 euro è sufficiente a far riemergere l’incubo di un viaggio in auto, con tutto il corredo di traffico e stagnazione che si porta dietro.

Un Paese che ignora la sua gente

Con prezzi che arrivano a sfiorare il +470%, l’Italia si conferma un Paese che ignora le esigenze della sua gente. Natale e Pasqua, le due festività che dovrebbero riunire le famiglie sotto lo stesso tetto, si sono trasformate in un problema di budget e pianificazione. “Ma chi possiamo mai permetterci di escludere dai nostri riti pasquali a causa di un biglietto aereo?”, ci si potrebbe chiedere. Una domanda legittima in un contesto in cui il costo di un volo da Linate a Brindisi supera quello di un biglietto per New York.

Le famiglie si ritrovano così costrette a prendere decisioni drammatiche, come quelle di rinunciare a un viaggio per il quale avevano risparmiato per mesi, o peggio, di ridurre le spese per la Pasqua. Una scelta che scolpisce una ferita profonda nella comunità. Il viaggio non è solo uno spostamento fisico, è anche un atto sociale, un momento di condivisione e festa.

E mentre i prezzi salgono, noi rimaniamo a guardare

Ecco, allora, che mentre il costo dei trasporti schizza alle stelle, noi rimaniamo impotenti a guardare. La questione è: come è possibile che ci si abitui a tali soprusi? Viviamo in un sistema in cui l’inefficienza e l’approssimazione sono la norma, mentre il cittadino è l’ultimo degli avventori, costretto a subire le conseguenze di una politica che sembra distante anni luce dalla realtà quotidiana.

Non possiamo fare a meno di notare che, nonostante le lamentele e le denunce, le istituzioni non sembrano muoversi di un millimetro per migliorare le condizioni dei viaggiatori. “La gente giustamente è preoccupata”, affermano i portavoce delle associazioni di consumatori, ma siamo sicuri che ci sentano? Siamo solo un eco in un canyon silenzioso.

Le solite promesse: è ora di smettere di credere

Ogni anno, in vista delle festività, le promesse di miglioramento si accumulano come i fogli di carta in un ufficio ingombro. Ma la realtà è ben diversa. Siamo testimoni di un continuo rincorrere le notizie e di un’incessante litania di parole, che nell’era della comunicazione globale non sembra mai portare a una soluzione concreta. La Pasqua, in questo scenario, si trasforma in un’ulteriore occasione per accrescere il divario tra chi può permettersi di viaggiare e chi è costretto a rimanere a casa.

Si profila allora un futuro in cui le festività non siano più momenti di riunione e festa, ma solo un ulteriore capitolo del copione di un film tragico intitolato “La crisi dei trasporti in Italia”. E mentre le penisole greche, la Francia e la Spagna si danno da fare per rendere accessibili le loro bellezze, noi ci troviamo immersi in una spirale di prezzi che ci allontanano sempre di più dalle nostre origini e dalle nostre tradizioni.

A questo punto, forse, vale la pena chiedersi: fino a quando accetteremo questo stato di cose? Fino a quando le tariffe aeree e ferroviarie continueranno a danzare su un ritmo assurdo, con il solo scopo di riempire le casse delle compagnie mentre noi, cittadini, pagheremo il prezzo più alto? È chiaro che il vero sacrificio, in occasione della Pasqua, non sta nel digiuno o nella rinuncia, ma nell’impossibilità di viaggiare e di riunirsi come una comunità.

Sarebbe ora che il governo e le istituzioni si facessero carico delle ragioni dei cittadini, prendessero posizione e avviassero una riforma del sistema dei trasporti. Un miglioramento che, a questo punto, sarebbe non solo auspicabile, ma anche indispensabile per restituire dignità ai viaggiatori italiani. È tempo che i rincari non siano più una regola, ma un’eccezione. Fino ad allora, la Pasqua rimarrà soltanto un ricordo lontano: quello di una festa costosa e inaccessibile, da vivere solo in sogno.