La Basilica di San Pietro, cuore pulsante del cristianesimo e roccaforte spirituale di milioni di anime, oggi si trova a un bivio. Ma non uno di quelli lenti, riflessivi, contemplativi. No. Qui si marcia. Il restauro in atto non è un’operazione estetica per turisti con lo smartphone: è una dichiarazione di guerra all’immobilismo, un siluro lanciato contro la paralisi devota che da decenni ammanta le sacre pietre. L’era della basilica-museo, dei rimpianti e delle cartoline ingiallite è finita. Si volta pagina. E non è solo una questione di calce e ponteggi.
Con il Giubileo 2025 già in corso, il progetto di riqualificazione, voluto dalla Fabbrica di San Pietro, è progressista e ambizioso. E sì, marcato da un’innegabile voglia di modernità. “Dobbiamo tutto questo alle offerte di chi viene a pregare nella Basilica, che è aperta al mondo. Sentiamo la responsabilità di offrire un’accoglienza all’altezza della bellezza e della fede che qui si incontrano”, ha dichiarato il cardinale Mauro Gambetti durante la conferenza stampa di presentazione degli interventi (ACI Stampa).
Ma cosa significa realmente “aperta al mondo”? Un’abbreviazione per “qui vale tutto”? No, tutt’altro. Le opere in corso sono molteplici, e puntano a coniugare bellezza, sicurezza e accessibilità. Il nuovo piano d’emergenza è stato elaborato in collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: percorsi di evacuazione ripensati, uscite ottimizzate, simulazioni su afflussi e deflussi. Un intervento necessario, spiegano, per un luogo che conta circa 12 milioni di visitatori l’anno (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).
L’ingegnere Stefano Marsella, che segue i lavori per la sicurezza, ha dichiarato: “Abbiamo applicato metodologie avanzate per simulare e gestire le condizioni di emergenza in modo efficace. La Basilica è ora dotata di strumenti che garantiscono un’evacuazione ordinata anche in presenza di grandi afflussi”.
Parallelamente, i restauri artistici avanzano a passo serrato. Il prof. Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica, ha annunciato: “Con il restauro dei monumenti sepolcrali dei papi Urbano VIII e Paolo III abbiamo concluso in tempi rapidi il programma dei grandi interventi conservativi. I monumenti sono stati risanati, consolidati e restituiti alla fruizione visiva e spirituale dei visitatori” (Vatican News).
Un’ulteriore svolta è rappresentata dall’illuminazione rinnovata degli spazi archeologici. “Grazie all’illuminazione rinnovata, gli spazi archeologici rivivono come anni addietro. Questo permette una lettura più fedele e affascinante del contesto originario della Basilica”, ha sottolineato un portavoce del progetto.
In mezzo ai lavori, è avvenuto un gesto che ha scosso gli animi. Nei giorni scorsi, Papa Francesco ha fatto una visita a sorpresa agli operai impegnati nei restauri. “È stato molto emozionante”, hanno raccontato due giovani restauratrici che hanno ricevuto i complimenti del Pontefice, visibilmente colpito dalla passione e dalla dedizione al progetto (RTL 102.5, Open).
E il cardinale Gambetti insiste su un punto decisivo: “L’anno giubilare porta con sé una responsabilità non solo spirituale ma anche pratica. Vogliamo accogliere coloro che desiderano rifugiarsi qui, apportando significative modifiche agli spazi storici per aumentarne la fruibilità” (Korazym.org).
Il progetto gode anche di sostegno economico da parte di enti internazionali. I Cavalieri di Colombo, ad esempio, contribuiscono attivamente al restauro delle Grotte Vaticane. Il Safavi Philanthropic Institute, invece, ha finanziato importanti interventi di restauro artistico e archeologico. Segnali di una Basilica che non solo si apre al mondo, ma che diventa terreno fertile per una rete globale di sostegno e collaborazione.
Ciò che accade nella Basilica non è solo manutenzione, ma un processo culturale e spirituale di rinnovamento radicale. Non c’è più spazio per la contemplazione malinconica delle glorie passate. Qui si costruisce una Chiesa viva, presente, moderna, capace di parlare al mondo. E, soprattutto, capace di accogliere.