I mosaici di Rupnik coperti a Lourdes: una scelta difficile per il vescovo

Il Santuario di Nostra Signora di Lourdes ha preso una decisione significativa. Lunedì, gli operai hanno iniziato a coprire i mosaici dell’artista Padre Marko Rupnik, che decorano le porte della Basilica del Rosario dal 2008. Un gesto simbolico, un passo necessario in un momento delicato per la Chiesa.

Il vescovo Jean-Marc Micas ha dichiarato che questa azione rappresenta un “secondo passo” dopo la sua precedente decisione di non illuminare più i mosaici durante le processioni notturne. “Erano come due braccia di un abusatore”, ha affermato, esprimendo chiaramente il suo disappunto nei confronti delle opere di Rupnik. La sua posizione è netta: “Si doveva fare un nuovo passo simbolico per rendere più facile l’ingresso alla basilica per tutti coloro che oggi non possono varcare la soglia”. Una frase che risuona forte e chiara.

I mosaici, considerati da molti come opere d’arte iconiche, ora si trovano avvolti in teli gialli decorati con piccole croci e la scritta “Con Maria, pellegrini della speranza 2025”. Un’azione che non può essere sottovalutata. Le porte laterali sono state coperte il 31 marzo; le porte centrali seguiranno a breve. Questo cambiamento arriva in concomitanza con i preparativi per il Giubileo della speranza del 2025, poichè Lourdes è uno dei luoghi privilegiati per ricevere indulgenze plenarie.

La decisione del vescovo Micas è stata influenzata dagli eventi recenti legati alle accuse contro Rupnik, un sacerdote gesuita ora sotto inchiesta per presunti abusi spirituali e sessuali su religiose. Il suo laboratorio ha creato opere in oltre 200 spazi liturgici in tutto il mondo, tra cui Fatima e il Vaticano. Ma oggi quelle opere pesano come macigni sopra le teste dei credenti.

La questione è complessa. Le apparizioni mariane a Lourdes sono sinonimo di speranza e guarigione. Eppure, la presenza dei mosaici diventa un ostacolo insormontabile per chi ha subito abusi nella Chiesa. Micas ha detto: “Passare attraverso le porte d’ingresso della basilica doveva essere il simbolo del momento”. Un simbolo che ora deve riflettere non solo la fede ma anche il rispetto verso le vittime.

Il terzo venerdì di Quaresima, coincidente con il Giorno della memoria dedicato alle vittime degli abusi sessuali nella Chiesa francese, è stato scelto come data significativa per questa trasformazione visiva nel santuario. Non si tratta solo di oscurare l’arte; si tratta di rimuovere o limitare ciò che ferisce e offende chi cerca conforto e pace.

L’arte sacra deve elevare lo spirito umano; non può diventare motivo di dolore o rancore. La carriera artistica prolifica di Rupnik ha generato tensioni all’interno della comunità cattolica mondiale. Le sue opere sono state accolte con entusiasmo iniziale ma ora appaiono come una macchia su una tela altrimenti pura.

In questo contesto, l’azione dei Cavalieri di Colombo è stata emblematica: hanno coperto i mosaici nelle cappelle del Santuario nazionale di San Giovanni Paolo II a Washington D.C., segnando una presa di posizione forte contro l’arte controversa dell’ex gesuita.

Cosa significa tutto questo? Ogni gesto conta nel cammino verso la guarigione collettiva della Chiesa cattolica. Si tratta di un atto che segna il riconoscimento delle sofferenze altrui e l’impegno verso una rinnovata integrità morale. Micas ha indicato chiaramente che c’è ancora molto lavoro da fare: “Le installazioni artistiche avrebbero dovuto essere completamente rimosse”, ha affermato, evidenziando quanto sia difficile affrontare questa realtà dolorosa.

La Chiesa si trova ora a un bivio cruciale: continuare a mantenere legami con artisti controversi o scegliere la strada difficile ma necessaria del cambiamento? Le parole del vescovo risuonano nella mente: “Era troppo presto per una decisione definitiva”. Ma ogni giorno passato senza affrontare queste questioni è un giorno perso nella lotta contro l’abuso.

Lourdes resta uno dei luoghi più sacri al mondo. Ogni anno milioni viaggiano lì cercando conforto e cura spirituale. Ma quale messaggio invia la Chiesa quando permette ad arte discutibile di occupare spazi così importanti? La bellezza deve servire alla verità; deve essere strumento di redenzione piuttosto che fonte di conflitto.

Nel silenzio del santuario, mentre i nuovi veli coprono i mosaici, ci si chiede se questa sia solo una soluzione temporanea o se rappresenti davvero un cambio radicale nella gestione delle fragilità umane all’interno della struttura ecclesiastica.

I pellegrini devono poter accedere ai luoghi sacri senza dover affrontare ricordi dolorosi o simboli controversi. Solo così sarà possibile ripristinare quel legame indissolubile tra fede e arte che caratterizza da sempre la tradizione cattolica.

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