Maryland, i vescovi contro la legge sugli indennizzi per abusi: un attacco mirato alle organizzazioni religiose

Il 28 marzo 2025, il Washington D.C. Newsroom ha riportato una notizia che scuote le fondamenta delle istituzioni religiose nel Maryland. La Chiesa cattolica locale ha lanciato un appello accorato al Congresso statale, chiedendo una revisione di un progetto di legge controverso. Un provvedimento che, secondo i vescovi, “colpisce ingiustamente” le organizzazioni religiose.

La proposta di legge in discussione mira a ridurre il numero di cause civili per abusi sessuali infantili presentate contro lo Stato. Questa iniziativa ha suscitato forti preoccupazioni tra i leader ecclesiastici, che denunciano un trattamento discriminatorio nei confronti delle vittime abusate in strutture pubbliche rispetto a quelle di istituzioni private.

La Maryland Catholic Conference (MCC) ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che “la legge accentua notevolmente una differenza già esistente nel trattamento delle vittime abusate in istituzioni pubbliche e quelle abusate in istituzioni private”. Se approvata, la legge fisserebbe il tetto ai risarcimenti per le vittime di abusi all’interno delle strutture statali a $400.000. Al contrario, il limite per le organizzazioni private rimarrebbe fissato a $1.5 milioni.

“Questa disparità è non solo una cattiva politica per le vittime sopravvissute”, avvertono i vescovi del Maryland, “ma colpisce ingiustamente organizzazioni nonprofit e religiose che da lungo tempo servono i bambini dello stato e hanno implementato solide misure di protezione”.

Sponsorizzata dal delegato statale C.T. Wilson, la proposta rappresenta un passo successivo dopo l’approvazione della Maryland Child Victims Act del 2023. Questa precedente legislazione aveva abolito la prescrizione sulle cause legali contro enti pubblici e privati coinvolti in incidenti di abuso sessuale, portando a un aumento significativo delle rivendicazioni contro lo Stato.

I vescovi non hanno esitato a evidenziare le conseguenze drammatiche: “La Child Victims Act ha scoperto una verità terribile”, dichiarano. “Il più grande datore di lavoro degli abusatori nello stato del Maryland sembra essere proprio lo Stato del Maryland.” Di fronte a tali rivelazioni, la MCC sottolinea come molti dei rapporti di abuso provengano da giovani uomini e donne di colore, categoria maggioritaria tra coloro che sono stati posti sotto la cura statale.

Le parole dei vescovi sono cariche di dolore e indignazione: “Il danno inflitto è straziante”. Essi esortano i leader statali ad essere responsabili e trasparenti nella gestione della questione degli abusi nelle strutture pubbliche. Non si tratta solo di risarcimenti; si tratta della vita e della dignità umana.

Per affrontare questa crisi morale e sociale, la Conferenza Cattolica chiede azioni concrete ai leader dello Stato: garanzie affinché gli abusi da parte dei dipendenti pubblici non si ripetano mai più. Proposte come valutazioni indipendenti sulla storia degli abusi nelle strutture statali, politiche stringenti per la salvaguardia dei minori e supporto centrato sui sopravvissuti sono al centro delle richieste.

Tuttavia, resta fermo il concetto espresso dalla MCC: “Non c’è alcuna base giuridica per trattare diversamente le vittime degli abusi sessuali infantili nelle istituzioni pubbliche rispetto a quelle che hanno subito abusi nelle istituzioni private.” Un richiamo alla giustizia ed all’uguaglianza tanto necessario quanto urgente.

In questo contesto complesso emerge un interrogativo cruciale: come può lo Stato garantire una protezione adeguata ai minori se chi ne detiene la responsabilità è anche il principale accusato? Le parole dei vescovi risuonano come un campanello d’allerta: è necessario porre fine a questa ingiustizia sistematica.

Il dibattito continua mentre l’attenzione si sposta ora su come sarà gestita questa situazione da parte delle autorità statali e quali misure saranno adottate per ripristinare fiducia e sicurezza nei confronti delle istituzioni che dovrebbero tutelare i più vulnerabili.