La notizia ha scosso non solo la comunità di Assisi, ma anche il mondo intero. Reliquie del beato Carlo Acutis, il giovane che ha lasciato un segno indelebile nella fede cattolica, sono state messe all’asta sul web. A denunciare questo scempio è stato il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, che ha presentato un esposto-denuncia presso il commissariato locale.
Il caso è emerso in modo drammatico. I capelli del beato sono stati venduti per oltre 2mila euro. Un prezzo inaccettabile per ciò che rappresentano. Queste reliquie non sono semplici oggetti, ma simboli di una vita dedicata a Dio e alla carità. La Procura di Perugia ha avviato accertamenti immediati per fermare questa pratica riprovevole.
Ma perché siamo arrivati a questo punto? È lecito porsi domande su come sia possibile ridurre a merce ciò che è sacro. Carlo Acutis sarà proclamato santo ad aprile, un momento atteso che riempirà di gioia i cuori dei suoi devoti. Eppure, mentre ci prepariamo a celebrare la sua santità, assistiamo all’onta della mercificazione delle sue reliquie.
La figura di Carlo Acutis è emblematicamente connessa alla tecnologia e alla modernità. Era un ragazzo che usava internet per diffondere la fede, creando siti web sui miracoli e sull’eucarestia. Ma ora, proprio questa tecnologia viene utilizzata per svendere ciò che dovrebbe essere venerato con rispetto. C’è una contraddizione in tutto questo.
Il vescovo Sorrentino si è fatto portavoce di una preoccupazione condivisa da molti: la necessità di proteggere il sacro da un mercato sempre più vorace e senza scrupoli. Come può la Chiesa rimanere indifferente davanti a simili atti? Non si può giocare con la religione per profitto personale o commerciale.
In passato, casi simili hanno sollevato polemiche e dibattiti accesi. Le reliquie sono parte integrante della tradizione cristiana; rappresentano un legame tangibile con i santi e con Dio stesso. Mercificarle significa minare le fondamenta della fede e trasformarle in oggetti da collezione.
I fedeli chiedono giustizia e chiarezza su questa vicenda. È fondamentale che le autorità ecclesiastiche intervengano prontamente per fermare queste aste e stabilire regole più severe riguardo alla gestione delle reliquie. Non possiamo permettere che l’avidità umana prevalga sulla spiritualità e sul rispetto dovuto ai santi.
L’arcivescovo Sorrentino ha dichiarato: “Le reliquie devono essere trattate con rispetto e venerazione”. Eppure ci troviamo a fronteggiare una realtà in cui l’etica sembra scomparire nel vortice del profitto economico. È un paradosso inquietante.
Ma chi c’è dietro queste vendite? Chi sono i responsabili? La denuncia del vescovo potrebbe rivelarsi cruciale per identificare i colpevoli e fermare questa scandalosa pratica prima che possa diffondersi ulteriormente.
C’è chi sostiene che dietro queste operazioni ci siano reti ben organizzate pronte ad approfittarsi della devozione dei fedeli. Ecco perché è fondamentale mantenere alta l’attenzione su queste questioni delicate.
Mentre attendiamo sviluppi dalle indagini della Procura, resta aperta la domanda: come possiamo proteggere ciò che è sacro? La risposta deve venire dalla comunità religiosa stessa, chiamata a reagire contro ogni forma di mercificazione del sacro.
A questo punto, non possiamo ignorare l’importanza dell’educazione religiosa tra i giovani fedeli. Insegnare loro il valore delle reliquie, far comprendere l’importanza storica e spirituale dei santi nella vita quotidiana potrebbe contribuire a prevenire tali episodi in futuro.
In definitiva, la questione delle reliquie va oltre l’aspetto materiale; tocca le corde più profonde della nostra fede cristiana. La Chiesa deve rispondere!
Carlo Acutis non era solo un giovane devoto; era un innovatore nel suo modo di comunicare la fede attraverso i mezzi moderni. E ora vediamo come questi stessi mezzi possono essere usati impropriamente per compiere atti sacrileghi?
Speriamo quindi che le autorità competenti possano porre fine a questa ignobile pratica e restituire alle reliquie il loro giusto significato: quello di testimonianza viva della presenza divina nella storia umana.